NON FARE DELLA TUA VITA UN GIOCO

I furbetti del gioco d’azzardo: i dubbi di Gian Antonio Stella

DiA.E.C.I. LAZIO

I furbetti del gioco d’azzardo: i dubbi di Gian Antonio Stella

Condividiamo e diamo spazio alla riflessione – pubblicata su Il Corriere della Sera del 20 agosto 2019 – di Gian Antonio Stella. Il giornalista e scrittore si chiede come gli intenti della Legge 87/2018 e le particolari interpretazioni effettuate dall’AGCOM possano trovare attuazione nella realtà in maniera armoniosa, a tutela del cittadino e nell’ottica di prevenire il gioco d’azzardo patologico, sensibilizzando alla prevenzione. E prende come punto di partenza e spunto di riflessione il Campionato di Calcio di serie A.

“Alla vigilia del campionato di serie A non sappiamo ancora se sabato e domenica la legge sarà applicata: spariranno gli spot che incitano a scommettere o no?

l divieto assoluto di pubblicità e sponsorizzazioni è la prima netta misura contro l’azzardopatia, una misura che ferma il dilagare della piaga che da oggi in poi non godrà più di pubblicità positiva». Sicuro? Altroché! Il giorno in cui passò la legge 87/2018 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale un anno fa, Luigi Di Maio esaltava la propria vittoria con toni che manco Scipione l’Africano dopo il trionfo di Zama.

Sulla carta, era tutto chiaro: «È vietata qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro (nonché al gioco d’azzardo), comunque effettuata e su qualunque mezzo, incluse le manifestazioni sportive, culturali o artistiche, le trasmissioni televisive o radiofoniche, la stampa quotidiana e periodica, le pubblicazioni in genere, le affissioni e i canali informatici, digitali e telematici, compresi i social media». Nella pratica, però, finora… «E chi se n’è accorto?», masticano amaro quanti combattono da anni contro la piaga del gioco d’azzardo. Ultima statistica: i soldi giocati ufficialmente (poi c’è il nero) sono saliti nel 2018 a oltre 107 miliardi, i malati patologici dell’azzardo a 1,3 milioni.

A distanza di un anno, trascorso ad aspettare la svolta mentre gli spot imperversavano («c’è da attendere che scadano i vecchi contratti…») eccoci alla vigilia del campionato di serie A e non sappiamo ancora: sabato e domenica la legge sarà applicata o no? Spariranno gli spot che incitano a scommettere o no? Renato Balduzzi e Maurizio Fiasco, cioè l’ex ministro della Salute e il massimo esperto di azzardopatia, hanno denunciato insieme, su Avvenire, l’assurdità che l’Agcom faccia «capziose distinzioni tra “pubblicità dei giochi”, vietata, e “informazione sui giochi”, ammessa» (insistendo sui «giochi» per non parlare di azzardo) o invochi paradossalmente la «libertà d’impresa» anche nel caso del «monopolio fiscale dello Stato». E Alessio Villarosa, il sottosegretario grillino titolare della delega, ha pronta un’ordinanza che ricorda a chi di dovere come il divieto di pubblicità «deve essere assoluto e totale». Di più: le violazioni potrebbero portare «nei casi più gravi e reiterati» anche «alla revoca della concessione». Ma servirà davvero, col giro di soldi che c’è, a bloccare i furbetti?”

Gian Antonio Stella – www.corriere.it – 20/08/2019

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